Il segretario generale Naso: “Intervento retroattivo e limitazioni ridurranno molto la platea di chi potrà usufruire del bonus. Ora bisogna lavorare subito per usare al meglio nel 2024 tutti i fondi disponibili”

C’è il semaforo verde agli incentivi 2023 per le infrastrutture di ricarica domestiche per le auto elettriche, ma non mancano alcune criticità operative per poter usufruire dei bonus.

“Dopo una lunga attesa, accogliamo con qualche interrogativo l’apertura dello sportello per le installazioni effettuate quest’anno da cittadini e condomini”, commenta il segretario generale di Motus-E, Francesco Naso, osservando che “come avvenuto per l’annualità 2022, sbloccata ex-post solo nelle scorse settimane, alcuni aspetti pratici limiteranno molto i riflessi positivi della misura”. In particolare, spiega Naso, “siamo nuovamente di fronte a un’agevolazione sostanzialmente retroattiva, quindi non in grado di stimolare il mercato, e con procedure farraginose per chi vuole beneficiare di questa opportunità”. 

Oltre alla ristretta finestra temporale per richiedere il bonus – dal 9 al 23 novembre 2023, per le installazioni effettuate dal 1° gennaio 2023 allo stesso 23 novembre – secondo Motus-E pesano l’obbligo di utilizzo di una casella di posta elettronica certificata (PEC) ma soprattutto l’impossibilità di essere supportati nelle pratiche da chi ha venduto l’infrastruttura.

Le risorse a disposizione per l’incentivo sono pari a 40 milioni di euro per il 2022, 40 mln € per il 2023 e 40 mln € per il 2024. Già le modalità di accesso ai fondi per il 2022 hanno presentato forti restrizioni, a partire dal riferimento alle sole infrastrutture installate tra il 4 ottobre e il 31 dicembre 2022. Il bonus copre l’80% dei costi di acquisto e posa in opera delle infrastrutture di ricarica a uso domestico per privati e condomìni, rispettivamente fino a 1.500 e 8.000 euro.

“Il Governo si sta impegnando molto per fare ordine tra le misure per il settore incagliate ereditate dai precedenti esecutivi”, spiega Naso, “per gli incentivi 2024, che potranno contare anche sui fondi residui non erogati per i motivi già citati, sarà ora essenziale muoversi con il giusto anticipo, dando vita a una misura non retroattiva, stabile e chiara, in grado di aiutare i cittadini a beneficiare del passaggio all’auto elettrica e di stimolare un mercato, quello delle infrastrutture di ricarica, in cui l’Italia è sempre più un’eccellenza europea e mondiale”.

Al netto degli aspetti pratici, così come sono le agevolazioni non premiano le produzioni a maggior valore aggiunto come quelle italiane, andando ad agevolare anche prodotti poco evoluti, non connessi alla rete e non in grado di interfacciarsi con le sperimentazioni portate avanti dal Gse e dall’Arera, che in futuro abiliteranno sempre di più il ruolo chiave dei veicoli a batteria per la flessibilità del sistema elettrico nazionale.

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