Analisi di mercato
Settembre 2023 – Auto elettriche, perché l’Italia sta perdendo il contatto con gli altri grandi Paesi europei
Settembre 2023
Le immatricolazioni full electric nei primi nove mesi dell’anno sono pari a 45.790 unità, con un incremento del 28,17% rispetto allo stesso periodo del 2022.
Leggi di seguito l’analisi di dettaglio per saperne di più.
Progressivo immatricolazioni YTD
Le auto elettriche
Nel mese di settembre le immatricolazioni delle auto elettriche pure sono pari a 4955 unità contro le 5.073 dello stesso mese del 2022, con una riduzione di 118 unità (-2,33%). In riduzione anche la quota di mercato, pari al 3,62% a settembre 2023, rispetto al 4,56% registrato nel mese di settembre 2022.
Nel periodo gennaio-settembre 2023 le immatricolazioni di auto elettriche sono quindi 45.790, con una market share del 3,88%, contro le 35.725 del 2022 e una market share del 3,64%.
Il parco circolante BEV si attesta così a 209.338 unità.
Analisi di mercato | Settembre 2023 | Settembre 2022 | Diff. mese % | YTD 2023 | YTD 2022 | Diff. YTD % |
---|---|---|---|---|---|---|
BEV | 4.955 | 5.073 | -2,33% | 45.790 | 35.725 | 28,17% |
Tutte le alimentazioni | 136.711 | 111.365 | 22,76% | 1.181.078 | 980.326 | 20,48% |
Percentuale su tutte le alimentazioni | 3,62% | 4,56% | -0,93% | 3,88% | 3,64% | 0,23% |
Il mercato totale delle auto
Il mercato auto complessivo registra in Italia a settembre 136.711 immatricolazioni, in progresso dell’22,76%% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso (+25.346 unità), raggiungendo un immatricolato complessivo nel periodo gennaio-settembre 2023 di 1.181.078 unità, in crescita del 20,48%.
Di seguito la distribuzione delle immatricolazioni da inizio anno per alimentazione.
Elettriche (BEV)
Ibrido Plug-in (PHEV)
Ibrido
Mild Hybrid
Benzina
Diesel
Altro
Stabile la distribuzione delle auto per classe di emissioni, con il mercato che continua a vedere la categoria 91-135 gCO2/km segnare il maggior numero di immatricolazioni (64,09% di share) nel periodo gennaio-settembre, seguita dalla categoria 136-160 gCO2/km con il 20,76%% di share.
Canali di mercato YTD
CANALI DI MERCATO – BEV YTD
CANALI DI MERCATO – MERCATO TOTALE YTD
Guardando ai canali di mercato, da gennaio a settembre le BEV totalizzano tra i privati 21.799 immatricolazioni (+47,43%% rispetto al valore YTD 2022); mentre le “auto-immatricolazioni” del canale rivenditori registrano un –17,13%% con 5.959 veicoli immatricolati nei primi otto mesi dell’anno. In crescita le flotte commerciali (+28,58%% rispetto a YTD 2022), con 4.153 veicoli immatricolati. Il noleggio a lungo termine registra un aumento del 27,03%% rispetto al dato YTD 2022, con 11.975 veicoli immatricolati da inizio anno. Infine, il noleggio a breve termine, con 1.904 vetture immatricolate da inizio anno, registra un +74,52%% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Le auto BEV più vendute in Italia YTD
La top 5 delle BEV più vendute in Italia a settembre 2023, da inizio anno, vede l’ingresso rispetto al mese precedente della Renault Megane E-Tech al quinto posto con 1.609 unità immatricolate: al primo posto rimane la Tesla Model Y con 6.960 unità, seguita dalla Tesla Model 3 con 4.534 unità, che precede a sua volta la Fiat 500E con 3.472 esemplari immatricolati. Quarta piazza per la Smart Fortwo con 3.296 vetture immatricolate.
Distribuzione geografica auto BEV YTD
Per quanto riguarda le immatricolazioni su base regionale, nei primi nove mesi del 2023 troviamo in testa la Lombardia con 8.685 veicoli immatricolati (+44,65% rispetto ai primi nove mesi del 2022), poco sotto il Trentino-Alto Adige con 8.498 immatricolazioni (+36,69% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso). Seguono il Lazio con 5.278 veicoli immatricolati (+32,88% rispetto a YTD 2022), seguito dalla Toscana con 4.383 veicoli (+21,11% su YTD 2022) e il Veneto con 3.732 veicoli immatricolati (+32,62% rispetto ai primi nove mesi del 2022), seguita a sua volta dall’Emilia-Romagna che totalizza 3.466 veicoli (+22,26% rispetto al periodo gennaio-settembre 2022) e subito dietro, il Piemonte con 3.211 veicoli (+56,86% rispetto ai primi nove mesi del 2022).
Auto BEV immatricolate YTD
3.500 – 9.000
501 – 3.499
0 – 500
Distribuzione geografica europea YTD (mese precedente)
Dal confronto dei primi otto mesi del 2023 con lo stesso periodo del 2022 si continua a notare un incremento della market share delle BEV in tutti i maggiori Paesi Europei. Nel periodo gennaio-agosto 2023, le auto BEV immatricolate nei big del Continente coprono una market share in costante crescita, con l’Olanda sempre in testa con il 29,1% di quota e la Germania che in termini assoluti immatricola nei primi otto mesi del 2023 355.826 BEV.
Ad agosto 2023, i due Paesi che tra i major market europei registrano la market share BEV più bassa rimangono la Spagna con il 5,09%, e l’Italia, sempre in coda, con il 3,91% di quota.
Progressivo immatricolazioni veicoli commerciali leggeri BEV YTD
Nei primi nove mesi del 2023 i veicoli commerciali leggeri completamente elettrici registrano una quota di mercato poco sotto il 4% (3,72%), con 4.951 veicoli immatricolati. Si registra quindi un aumento dell’80,43% rispetto allo stesso periodo del 2022, con le immatricolazioni che risultano di gran lunga superiori ai primi nove mesi del 2022, quando si immatricolavano 2.744 unità.
Considerando tutte le alimentazioni, il mercato dei veicoli commerciali nei nove mesi del 2023 mostra una crescita del 17,6% sul 2022, con 133.009 unità immatricolate.
Punti di ricarica ed infrastrutture - Settembre 2023
Punti di ricarica
4.001 – 8.500
1.001 – 4.000
0 – 1.000
+ 14.452 (+44,1%) punti di ricarica (Settembre 2022 VS Settembre 2023)
La ricarica dei veicoli elettrici
Dalla rilevazione trimestrale di Motus-E, al 30 settembre 2023 risultano installati in Italia 47.228 punti di ricarica installati in 26.029 infrastrutture di ricarica (o stazioni, o colonnine), distribuite in 17.154 location accessibili al pubblico.
Rispetto alla precedente elaborazione di giugno 2023, che riportava 45.210 punti di ricarica in 24.942 infrastrutture di ricarica e 16.557 location, si osserva un aumento di +2.018 punti di ricarica (circa 170 punti di ricarica ogni settimana), +1.087 infrastrutture di ricarica e +597 nuove location.
Nei primi nove mesi del 2023 si registra quindi un +55% di punti di ricarica installati rispetto allo stesso periodo del 2022, segnale importante di crescita.
Riguardo la distribuzione dei punti di ricarica ad uso pubblico, similarmente al secondo trimestre del 2023, il 71% dei punti di ricarica rilevati si presenta collocato su suolo pubblico (e.g. strada) mentre il restante 29% su suolo privato ad uso pubblico (e.g. supermercati o centri commerciali). Si registra quindi un leggero miglioramento della quota di punti ad accesso pubblico collocati su suolo pubblico rispetto a quelli su suolo privato.
La potenza dei punti di ricarica
Si mantiene stabile, rispetto al trimestre precedente, la distribuzione dei punti di ricarica in termini di potenza installata, con l’88% dei punti di ricarica installati alimentati in corrente alternata (AC) e il restante 12% dei punti di ricarica alimentati in corrente continua (DC).
Dei punti di ricarica in corrente alternata (AC), circa il 10,4% è a ricarica lenta (con potenza pari o inferiore a 7 kW), il restante 89,6% è a ricarica accelerata (con potenza tra i 7 kW e i 43 kW). Tra i diversi cluster di potenze, le infrastrutture con potenze comprese tra 7 e 22 kW incluso, totalizzano poco meno del 76% di tutte le infrastrutture di ricarica ad uso pubblico presenti sul territorio italiano. Tra i punti di ricarica in corrente continua (DC), il 25,7% circa sono fast DC (fino a 50 kW inclusa), il 15,5% presenta una potenza compresa tra 50 kW e 99 kW inclusa mentre il restante 58,8% presenta una potenza superiore ai 100 kW.
La distribuzione sul territorio
In termini di distribuzione geografica il Sud e le Isole continuano a guadagnare terreno, portando così il 23% dei punti ricarica ad essere distribuiti nel Sud del Paese e nelle Isole, superando il Centro Italia che registra il 21% dei punti di ricarica installati sul territorio italiano. Il restante 56% circa dei punti di ricarica è distribuito nel Nord Italia.
Altrettanto interessante la distribuzione dei punti di ricarica nei capoluoghi di provincia, con il 34% del totale dei punti di ricarica situati in queste città, ed il restante 66% negli altri Comuni del territorio.
A livello regionale la Lombardia con 8.094 punti si conferma la Regione più virtuosa, e da sola possiede il 17,1% di tutti i punti di ricarica in Italia. Seguono nell’ordine Piemonte, Veneto e Lazio, tutte e tre le Regioni coprono ciascuna circa il 10% dei punti di ricarica italiani, seguono Emilia-Romagna (8,6%) e Campania (7,2%). Quest’ultima sale di una posizione scavalcando la Toscana (6,5%), portando così la prima Regione della categoria ‘Sud e Isole’ tra le prime sei Regioni per numero di infrastrutture. Le sei Regioni complessivamente coprono circa il 62% del totale dei punti in Italia.
In termini di crescita assoluta delle singole Regioni, si continua ad osservare una crescita costante a livello nazionale, con la Campania in testa per numero di punti di ricarica installati passando da 1.075 punti di ricarica a settembre 2022 a 3.396 punti di ricarica a settembre 2023. A parte lo sprint della Campania, a registrare la crescita più rilevante è il Friuli-Venezia Giulia, che è passata da 781 punti di ricarica installati a settembre 2022 a 1.675 a settembre 2023. A seguire Veneto, Lombardia, Sardegna e Sicilia con crescite vicine al 50%.
L’incremento del numero di infrastrutture di ricarica nelle Regioni del sud-Italia rappresenta un primo segnale al raggiungimento di una maggiore uniformità tra le varie Regioni italiane, che deve però essere perseguito maggiormente, anche attraverso i bandi di gara per le infrastrutture di ricarica cofinanziate dal PNRR.
La ricarica in autostrada
Le infrastrutture di ricarica lungo le arterie autostradali sono fondamentali al fine di facilitare gli spostamenti su tratti extraurbani, per annullare la range anxiety e favorire l’elettrificazione delle flotte aziendali. Seppur con un ampio margine di miglioramento, sulle autostrade italiane si contano un totale di punti di ricarica ad uso pubblico pari a 851 unità, una crescita del +57% (+541) rispetto a settembre 2022. Del totale dei punti di ricarica presenti in autostrada, oltre il 79% dei punti di ricarica ha una potenza superiore a 43 kW e il 59% supera i 150 kW. Le infrastrutture di ricarica in autostrada sono distribuite su 152 aree di servizio, delle 476 totali (fonte: ART), quindi, quasi un’area di servizio ogni 3 consente già la ricarica di veicoli elettrici.
Considerando i 7.318 km di rete autostradale in Italia (fonte: ART), ad oggi risultano presenti 11,63 punti di ricarica ogni 100 km di rete autostradale, di cui 9,5 a ricarica veloce ed ultraveloce.
Conclusioni
Il mese di settembre 2023 si mantiene in linea con il medesimo trimestre del 2022, con più di 2.000 punti di ricarica installati, a dimostrazione del continuo e costante rafforzamento delle infrastrutture di ricarica a supporto delle vetture elettriche. La costante crescita delle infrastrutture di ricarica si comincia a riflettere anche sulle autostrade italiane, che nell’ultimo anno hanno registrato una crescita considerevole, del +57% rispetto a settembre 2022. Una crescita che, auspichiamo, potrà continuare con l’apertura della manifestazione di interesse ASPI per la realizzazione di IdR in 8 aree di servizio dedicata a tutti i CPO.
Estremamente importante sarà a breve il lancio dei nuovi bandi PNRR per l’installazione delle colonnine di ricarica ad alta potenza sia in città che in ambito extraurbano: tali risorse, se utilizzate pienamente, daranno all’Italia una rete di ricarica davvero all’avanguardia, pronta a supportare la crescita dei veicoli full electric prevista dal Governo nell’ultimo aggiornamento del Piano energia e clima. Sulle infrastrutture di ricarica, quindi, il Sistema Paese sta andando nella direzione giusta anche se con gravi difficoltà per il mercato auto che è rimasto pericolosamente indietro e che dovrà necessariamente recuperare terreno.
Perché il nostro Paese sta perdendo il treno degli altri grandi europei? L’anomalia italiana è frutto di più concause su cui è urgente aprire un serio confronto con tutti gli attori coinvolti.
Sicuramente il sistema incentivante ereditato dai precedenti Governi non funziona, ma sono sufficienti pochi aggiustamenti a parità di risorse per renderlo più appetibile ed efficace: alzare il cap di prezzo per accedere alle agevolazioni, estenderle in forma integrale ad aziende e noleggi – anche per alimentare il mercato dell’usato elettrico – e rivedere in chiave green la fiscalità sulle flotte, tema su cui come Motus-E abbiamo già lavorato a una proposta mirata.
Agire sugli incentivi, tuttavia, potrebbe essere una condizione necessaria ma non sufficiente per recuperare un gap che rischia di diventare strutturale, con pericolosi riflessi anche sulla futura competitività dell’industria automotive nazionale.
Per andare all’origine del ritardo dell’Italia, abbiamo messo sotto la lente la correlazione tra le immatricolazioni di auto elettriche e variabili chiave come la diffusione delle infrastrutture di ricarica a uso pubblico e il reddito medio della popolazione.
L’Italia, coma abbiamo già visto in passato, presenta una rete di ricarica più densa rispetto a Paesi come Francia e Germania in rapporto alle auto elettriche circolanti e dall’analisi incrociata dei dati di mercato e delle rilevazioni Istat e OCSE emerge un quadro che vale la pena approfondire. Al netto del confronto con la Spagna, che con un reddito medio inferiore di oltre l’8% rispetto all’Italia ci ha ormai superato stabilmente come market share delle auto elettriche, colpisce il raffronto tra il Nord Italia e la Francia, che pur a fronte di redditi medi paragonabili mostrano andamenti del mercato auto profondamente diversi. Considerando solo le Regioni del Nord Italia, infatti, si ottiene una market share media delle auto elettriche pari al 4% nei primi 8 mesi del 2023, a fronte del già citato 15,4% francese.
Numeri simili lasciano pensare che in Italia si sia innescata una resistenza quasi ideologica all’auto elettrica, figlia della circolazione di informazioni fuorvianti e di incertezza sul quadro normativo.
In un panorama globale evidentemente rivolto alla mobilità elettrica, rimanere indietro può essere fatale per l’industria italiana. Per questo è indispensabile che il dibattito pubblico su questi temi segua direttrici economiche, scientifiche e sociali, senza deragliare sotto la spinta di credenze e falsi miti che rischiano di causare un danno incalcolabile al futuro del nostro Paese.